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Arrestato per spaccio di droga evade i domiciliari, l’allontanamento gli costa caro, ammanettato e tradotto in carcere 35enne pregiudicato

Nel pomeriggio odierno, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Campobasso hanno dato esecuzione all’ordine di custodia cautelare in carcere emesso dalla locale Procura della Repubblica presso il Tribunale Ordinario, nei confronti di un trentacinquenne campano ma stabilmente insediato nel capoluogo molisano, già sottoposto alla misura cautelare personale degli arresti domiciliari presso la sua abitazione. La misura coercitiva gli era stata irrogata dal Giudice al termine del giudizio direttissimo instaurato nei suoi confronti in quanto era stato già sorpreso in flagranza di reato, all’inizio di questo mese, dagli stessi Carabinieri durante un’operazione antidroga, mentre era in possesso di grammi 29 di sostanza stupefacente del tipo eroina già suddivisa in piccole dosi pronte per rifornire il mercato degli assuntori locali. Nelle ultime settimane però, incurante degli obblighi cui era sottoposto, tra i quali quello di non poter uscire dalla propria abitazione, il trentacinquenne era più volte uscito di nascosto dalla sua abitazione finché tre giorni fà è stato nuovamente acciuffato dai Carabinieri e denunciato per evasione. Per tali violazioni, relazionate accuratamente alla competente Autorità Giudiziaria, il Giudice per le indagini preliminari ha ritenuto fosse necessario sostituire la misura degli arresti domiciliari con la detenzione in carcere, emettendo uno specifico ordine di arresto. Alle ore 17.30 odierne, i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile si sono presentati a casa del casa del 35enne notificandogli l’ordine di custodia cautelare in carcere a seguito del quale, prima è stato condotto alla Caserma di Via Mazzini per i necessari adempimenti e poi tradotto presso la Casa Circondariale di Campobasso dove rimarrà rinchiuso in attesa dei provvedimenti che il Giudice riterrà opportuno adottare.

 

L’AVVOCATO RISPONDE. La guida in stato di ebbrezza

Gentili Lettori, Molise Tabloid porta avanti la rubrica ‘L’avvocato risponde’, dedicata all’approfondimento degli aspetti legali di particolari questioni e argomenti che, vi ricordiamo, potete segnalarci anche voi attraverso una mail all’indirizzio molisetabloid@gmail.com. A rispondere alle domande ci penserà lo studio legale Verde di Campobasso (in foto gli avvocati Mariaelena e Alessio Verde), che dopo aver trattato nelle scorse settimane il cyberbullismo, si sofferma su un’altra materia che negli ultimi anni ha conosciuto un inasprimento dei provvedimenti nei confronti di chi viola le norme, la guida in stato di ebbrezza.

“La guida in stato d’ebbrezza è un fenomeno sociale di ampia portata, che può portare a conseguenze gravissime. Nel corso degli anni ampie mutazioni e creazioni normative si sono susseguite da parte del Legislatore per permettere al nostro Ordinamento una tutela del fenomeno e delle sue conseguenze che possono apparire a volte ineluttabili e che, quotidianamente, riempiono le pagine di cronaca.
Nonostante tutte queste accortezze e la predisposizione anche di pene estremamente severe, però, tale fenomeno è lontano dall’essere debellato. Negli anni 2014 e 2015 le infrazioni rilevate da Polizia  e Carabinieri per le infrazioni del solo art. 186 C.d.S., infatti sono state rispettivamente 43.725 e 42.857 (dati Istat). Anche la nostra realtà molisana non è affatto esente dal fenomeno.
Per ottenere un più significativo attenuamento del fenomeno però, la prevenzione culturale, tramite informazione ed apprendimento del cittadino, dovrebbe essere sempre di intensità superiore e comunque più capillare rispetto alla repressione sanzionatoria, nonostante l’impeto delle reazioni umane in seguito ad azioni penalmente rilevanti spinga sempre più a favore di quest’ultima.
Ognuno deve mettersi alla guida nel pieno possesso delle proprie facoltà psico-motorie, senza sopravvalutare la propria abilità di guida o la propria capacità di assunzione delle bevande alcoliche.
Al netto di tali considerazioni, di contro, è possibile che si verifichino anche casi in cui ad essere errata è la analisi degli strumenti di rilevamento dello stato di ebbrezza.
In questo articolo si tenterà di offrire un panorama generale del fenomeno che va dal suo inquadramento giuridico fino alle possibili sanzioni passando per le azioni che può espletare il cittadino a sua tutela.
Il reato in esame, disciplinato dall’art. 186, D.Lgs n. 285/1992 (c.d. Codice della Strada) prevede tre differenti sanzioni a seconda del valore etilico accertato al conducente.
Chiunque guidi in stato di ebbrezza è punito, dunque, ove il fatto non costituisca più grave reato:

  1. a) con la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da euro 531 a euro 2.125, qualora sia stato accertato un valore corrispondente ad un tasso alcolemico superiore a 0,5 e non superiore a 0,8 grammi per litro (g/l). All’accertamento della violazione consegue la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da tre a sei mesi;
  2. b) con l’ammenda da euro 800 a euro 3.200 e l’arresto fino a sei mesi, qualora sia stato accertato un valore corrispondente ad un tasso alcolemico superiore a 0,8 e non superiore a 1,5 grammi per litro (g/l). All’accertamento del reato consegue in ogni caso la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da sei mesi ad un anno;
  3. c) con l’ammenda da euro 1.500 a euro 6.000, l’arresto da sei mesi ad un anno, qualora sia stato accertato un valore corrispondente ad un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro (g/l). All’accertamento del reato consegue in ogni caso la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da uno a due anni. Se il veicolo appartiene a persona estranea al reato, la durata della sospensione della patente di guida è raddoppiata.

Partendo da quest’ultimo punto, si noti come il Legislatore abbia raddoppiato la sospensione della patente nel caso in cui il veicolo appartenga a persona estranea al reato e gli sia stato accertato un tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l.
Vi sono delle circostanze aggravanti, quali aver provocato, in virtù del predetto stato d’ebbrezza un incidente stradale (se il conducente in stato di ebbrezza provoca un incidente stradale, le sanzioni di cui al comma 2 del presente articolo e al comma 3 dell’articolo 186-bis sono raddoppiate ed è disposto il fermo amministrativo del veicolo per centottanta giorni, salvo che il veicolo appartenga a persona estranea all’illecito. Qualora per il conducente che provochi un incidente stradale sia stato accertato un valore corrispondente ad un tasso alcolemico superiore a 1,5 grammi per litro (g/l)…la patente di guida è sempre revocata), ovvero aver commesso la violazione in orari notturni (l’ammenda prevista è aumentata da un terzo alla metà quando il reato è commesso dopo le ore 22 e prima delle ore 7).
L’art. 186 bis, inoltre, individua tre categorie: i neopatentati da tre anni, i minori di anni 21 e gli autisti, per i quali non esiste nemmeno la possibilità della soglia di non punibilità sino a 0.5g/l.
In sostanza essi non possono assumere alcol se intendono mettersi alla guida, se non vorranno andare incontro a sanzioni ancora più sostanziose di quelle previste dall’art. 186 C.d.S..
Ma se dovessero fermarvi in stato di ebbrezza al volante, cosa dovete aspettarvi?
In primis, soggetti affetti dalla condizione alterativa del consumo di alcol manifestano o possono manifestare sbalzi dell’umore, confusione mentale, disorientamento, con variabili di riflesso sul comportamento quali, ad esempio compromissione della capacità di giudizio e di autocontrollo, comportamenti socialmente inadeguati, linguaggio mal articolato, alterazioni dell’equilibrio, compromissioni delle visione ovvero di forme, colori e dimensioni, vomito. Tutti questi sintomi, ove rilevati, potranno essere verbalizzati dagli accertatori.
L’accertamento dello stato di ebbrezza da parte delle Autorità competenti avviene però, usualmente, a mezzo degli etilometri. Ai fini della validità dell’accertamento devono essere effettuate due prove ad intervallo di tempo di minimo 5 minuti e quella più favorevole per il trasgressore potrà in seguito essere contestata.
L’esame obiettivo sulla persona che viene sottoposta all’etilometro produce un dato clinico anamnestico che deve documentare, anche in assenza di dati circostanziali, segni di assunzione di alcool ovvero sintomi fisici e psichici in atto.
E’ bene ricordare che durante la fase dell’accertamento è un diritto farvi assistere da un avvocato che sia prontamente reperibile. Vista l’entità delle sanzioni e la probabilità di coseguenze penali, è auspicabile sempre contattarne uno di vostra fiducia, nell’immediatezza del rilievo.
Anche successivamente a tale fase però, l’accertamento etilometrico sull’aria espirata, se oggetto di analisi approfondita, potrebbe dimostrarsi fallace in più aspetti (ad esempio, esso prescinde dalla assunzione immediata di alcol, il cosìdetto “alcol buccale” che può far aumentare a dismisura i dati del livello di accertamento).
Spesso, difatti, è capitato che le sanzioni siano state modulate o addirittura annullate all’esito del procedimento penale in seguito al sostegno di perizie tecnico-scientifiche effettuate da tossicologi.
La stima del valore presente nel singolo soggetto esaminato, invero, è sempre condizionata da molteplici fattori fisici ed ambientali.
Vi è una chiara mancanza di certezza nella variabilità del dato contestato dall’etilometro per una serie di parametri dovuti alla diversa fisiologia umana ed alle personali capacità di assorbimento, oltre ad una capacità standard legale di errore dello stesso strumento cd. “ammessa”. Tale imprecisione non può essere in alcun modo eliminata o prevista, quindi si capisce come tale determinazione alcolimetrica può essere affetta da incredibili sovrastime.
Evitando i tecnicismi propri dei periti, infatti, basti riportare che quanto detto, non va a contrastare la Norma e la relativa procedura di accertamento nella sua accezione qualitativa di determinazione dello stato di ebbrezza alcolica, bensì quella relativa al valore “quantitativo” del dato ottenuto, quello sì, con i rilevamenti messi in atto, indeterminabile. Appare evidente, dunque, come tale indeterminatezza quantitativa sia quindi inapplicabile in un contesto legale ove il discrimine quantitativo è fonte di prova per l’applicazione delle misure sanzionatorie.
Ed ancora, persino il prelievo del sangue e le consequenziali analisi effettuate presso una struttura sanitaria al posto del rilievo etilometrico potrebbero presentare difformità ed imprecisioni.
Tali incongruenze potrebbero cambiare le sorti di un eventuale processo penale.
Altra questione da tenere a mente è ciò che accade in caso di rifiuto di sottoposizione all’accertamento etilometrico.
Ebbene, se ci si rifiuta di eseguire l’etilometro vengono applicate le stesse severissime sanzioni di chi viene trovato alla guida in stato di ebbrezza con un tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l.
Una novità di grandissimo rilievo però, ha portato la recente sentenza della Corte di Cassazione a Sez. Unite Penali datata 6 aprile 2016 n. 13681.
L’art. 131-bis, rubricato “Esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto”, introdotto ex novo nel codice penale, costituisce la norma sostanziale di riferimento: “nei reati per i quali è prevista la pena detentiva non superiore nel massimo a cinque anni, ovvero la pena pecuniaria, sola o congiunta alla predetta pena, la punibilità è esclusa quando, per le modalità della condotta e per l’esiguità del danno o del pericolo, valutate ai sensi dell’articolo 133, primo comma, l’offesa è di particolare tenuità e il comportamento risulta non abituale…”.
L’istituto si giustifica alla luce della riconosciuta graduabilità del reato in relazione al disvalore d’azione e d’evento, nonché all’intensità della colpevolezza. Occorre compiere una valutazione relativa al singolo fatto concreto e verificare se la irripetibile manifestazione dell’illecito presenti un ridotto grado di offensività. Il risultato della questione posta alle Sezioni Unite è stato formulato secondo una soluzione positiva, ma facendo attenzione al singolo caso.
L’istituto ex art. 131 bis c.p., dunque, è stato ritenuto applicabile anche in relazione addirittura alla più grave fattispecie di guida in stato di ebbrezza (art. 186 C.d.S. lett. c), dovendosi considerare non solo l’entità dello stato di ebbrezza, ma anche le modalità della condotta e l’entità del pericolo o del danno cagionato.
E’ stato stabilito, comunque, che nessuna conclusione può trarsi in astratto, senza considerare le peculiarità del caso concreto, ricordando che l’ambito applicativo dell’istituto è definito non solo dalla gravità del reato desunta dalla pena edittale, ma anche dal profilo soggettivo afferente alla non abitualità del comportamento.
Ogni caso quindi, può fare storia a sè a seconda delle più svariate caratteristiche del soggetto trovatosi in violazione della Legge”.

Polizia setaccia il territorio, due persone denunciate per furto aggravato, avevano rubato indumenti dai contenitori di raccolta

Due persone sono state denunciate per furto aggravato con scasso commesso su beni esposti alla pubblica fede. Nelle immediate adiacenze del Capoluogo era stata segnalata infatti la presenza di un furgone con a bordo due uomini che avevano trafugato indumenti usati contenuti negli appositi contenitori di raccolta, dopo averli scardinati con attrezzi da scasso. Immediatamente intervenuti  sul posto, gli operatori della Volante rintracciavano i due soggetti ancora a bordo del citato furgone, all’interno del quale erano rinvenuti gli indumenti trafugati nonché gli arnesi utilizzati per lo scasso ancora sporchi della vernice dello stesso colore dei contenitori. I due uomini, risultati già pregiudicati, venivano accompagnati in Questura e, dopo il fotosegnalamento di rito, denunciati a piede libero, mentre il materiale sequestrato veniva posto a disposizione dell’A.G. per la successiva restituzione alla ditta incaricata della raccolta. Una persona di origini campane è stata infine sottoposta a foglio di via obbligatorio con divieto di far ritorno in questo Capoluogo. Alcuni cittadini, infatti, avevano segnalato al 113 la presenza dell’uomo che si aggirava con fare sospetto in questa Via Masciotta. Il personale della Volante, giunto sul posto, accertava che l’uomo, pregiudicato, aveva a carico numerose segnalazioni per truffe agli anziani, furti e ricettazione. Interrogato, inoltre, circa la sua presenza in città, questi – tergiversando – asseriva di esservi giunto per vendere della merce tra cui coltelli da cucina e biancheria per la casa, senza però avere al seguito alcun prodotto.

In entrambi i suddetti episodi, fattiva e risolutiva si è rivelata la collaborazione dei cittadini che, fornendo elementi utili, hanno consentito il rintraccio di persone resesi responsabili di reati.

Ultim’ora. Dopo tredici giorni di agonia e’ deceduta la 67enne Giuseppina Tullo, la donna era rimasta coinvolta con il marito nell’incidente nella galleria sulla tangenziale

Ore 7,30 – Il suo cuore ha smesso di battere questa mattina intorno alle 6,30, è  deceduta nel reparto di rianimazione del Cardarelli Giuseppina Tullo 67 anni di Campobasso, titolare con il marito della ditta Bagnoli tour con sede a Matrice. Troppo gravi le ferite riportate in seguito all’incidente avvenuto nella galleria della tangenziale, tredici giorni fa 1 marzo. L’auto, una Fiat punto grigia sulla quale la donna viaggiava, guidata dal marito (dimesso dal nosocomio ieri) finì contro un’ Audi guidata da una ragazza. Nel sinistro rimasero coinvolte altre tre vetture. La donna lascia marito e tre figlie . Giuseppina era molto conosciuta specialmente nella realtà del comune di Matrice dove gestiva insieme al marito e alle figlie un’azienda di autotrasporti Bagnoli Tour che si occupa del trasporto pubblico di linea tra Matrice e il capoluogo oltre ai viaggi su tutto il territorio nazionale e anche estero.

Ore 11.30. Vanno avanti le indagini della Polizia Locale per definire le cause dell’incidente avvenuto due settimane fa nella galleria della tangenziale di Campobasso che è costato la vita alla 67enne campobassana Giuseppina Tullo.  Tutti i veicoli coinvolti nel sinistro sono stati posti sotto sequestro in via cautelare affinchè gli inquirenti possano effettuare i dovuti accertamenti. Dalle prima ricostruzioni sembrerebbe che la Fiat Punto – forse un malore o una distrazione del conducente – abbia invaso la corsia del senso di marcia opposto, sulla quale in quel momento stava sopraggiungengo l’Audi con cui è avvenuto l’impatto.

Truffa e furto, arrestato dai Carabinieri 30enne pregiudicato. Controlli capillari su persone sottoposte a misure di prevenzione speciali

Ancora controlli straordinari da parte dei Carabinieri tra Isernia e comuni limitrofi, al fine di contrastare furti, truffe ed altri reati di tipo predatorio. Nelle ultime ore, pattuglie dei Nuclei Operativo e Radiomobile e delle Stazioni territorialmente competenti, hanno istituito posti di blocco nei punti nevralgici della provincia, nel corso dei quali sono stati eseguiti accertamenti su centodieci veicoli in transito, identificate centotrenta persone tra conducenti e passeggeri, e nei casi sospetti si è proceduto ad effettuare perquisizioni per la ricerca di armi, droga e refurtiva. Controlli  hanno riguardato anche sei locali pubblici al fine di accertare eventuali violazioni in materia amministrativa e igienico-sanitaria. Otto invece  sono state le violazioni riscontrate alle norme del Codice della Strada, due le patenti di guida ritirate, due i veicoli sottoposti a sequestro poiché privi di copertura assicurativa e dieci gli alcoltest eseguiti per accertare una eventuale guida in stato di ebrezza. Inoltre ispezioni sono state disposte nei confronti di venti pregiudicati, attualmente sottoposti a misure cautelari o di prevenzione, per spaccio di stupefacenti, furto, truffa, ricettazione ed altri reati contro la persona ed il patrimonio. Nei confronti di un pregiudicato, 30enne di Isernia, sul quale pendeva da alcune settimane un mandato di cattura per i reati di furto e truffa commessi nel recente passato, i Carabinieri del N.O.R., hanno proceduto all’arresto e al successivo trasferimento, dopo aver espletato le formalità di rito,  presso la Casa Circondariale di Isernia.

Seimila prelievi in un anno sono pochi per tenere aperto il Centro di via Toscana, l’ Asrem lo chiude, lo sdegno del Comitato di quartiere

A breve verrà chiuso il Centro Prelievi per le analisi del sangue, sito in via Toscana a Campobasso. Ancora una volta la ASREM assume una decisione che va nel senso opposto alle esigenze ed alle necessità dei cittadini e, in particolare, a quelli che abitano nel quartiere di San Giovanni dei Gelsi. Le motivazioni, per quanto ne sappiamo, andrebbero ricercate nella presunta carenza di personale. In buona sostanza, l’Azienda Sanitaria riterrebbe “anti-economico” l’utilizzo di tre infermiere in un Centro Prelievi, quale è quello di via Toscana, che effettua, in un anno, “solamente” seimila prelievi. L’Associazione “ Il nostro Quartiere San Giovanni” si oppone fermamente a questa decisione che penalizza i servizi sul territorio, e che produrrebbe, come prima conseguenza, l’allungamento dei tempi delle liste di attesa, poiché i cittadini sarebbero costretti a rivolgersi ad altre strutture sanitarie. Se si vuole garantire il diritto alla salute dei cittadini non si può utilizzare il mero criterio della convenienza, a meno che non si voglia procedere al progressivo smantellamento dello stesso servizio pubblico, fermo restando che quel servizio va comunque mantenuto in un ambito territoriale che comprende circa 20.000 abitanti. Il Centro Prelievi di Toscana, infatti, ha offerto sinora i propri servizi non solo al Quartiere di S.Giovanni dei Gelsi, ma anche al quartiere Vazzieri, alle contrade ed essi limitrofe ed ai residenti nei Comuni più prossimi (Gildone, Campodipietra…). L’Associazione, a meno di  riscontri positivi, organizzerà nei prossimi giorni un’assemblea di quartiere per approfondire l’argomento, e per decidere, insieme ai cittadini, eventuali azioni di protesta. Si invita anche il Consiglio Comunale di Campobasso a prendere una decisa posizione in merito, per contrastare quello che potrebbe essere un progressivo smantellamento dei servizi sul territorio. (Foto archivio).

 

Rubano in un centro commerciale ma vengono ‘incastrati’ dalle telecamere. I Carabinieri intercettano la coppia in auto. Denunciati

 Nel corso della giornata odierna, a Termoli, i Carabinieri della locale Stazione hanno scoperto gli autori di un furto, avvenuto ieri in un esercizio commerciale del centro. Attraverso l’esame del filmato registrato dall’impianto di videosorveglianza del negozio, è stato possibile individuare con chiarezza i soggetti responsabili della sottrazione di 250 euro dalla cassa. A seguito di un pattugliamento serrato nei quartieri della città molisana, difatti,  è stata fermata e controllata un auto con targa straniera, a bordo della quale sono stati riconosciuti i soggetti ricercati. Dopo gli opportuni accertamenti, è emerso che si trattava di una coppia sposata, quarantenni, provenienti dall’Europa orientale ma residenti in Molise. Immediata è scattata a loro carico la denuncia in stato di libertà all’Autorità Giudiziaria per furto aggravato.  Avanzata inoltre una proposta per l’emissione del foglio di via obbligatorio.

 

L’AVVOCATO RISPONDE. Il Cyberbullismo

Gentili Lettori, Molise Tabloid lancia una nuova rubrica destinata ad approfondire gli aspetti legali di particolari questioni e argomenti che potrete segnalarci anche voi attraverso una mail all’indirizzio molisetabloid@gmail.com. A rispondere alle domande se ne occuperà lo studio legale Verde di Campobasso. Oggi parleremo di un argomento attualissimo: il cyberbullismo.

<<“Courage is fire, and bullying is smoke” diceva Benjamin Disraeli, famoso politico e scrittore britannico.
Attenzione però, il fumo, come ben sappiamo, può arrivare anche ad uccidere.
Inauguriamo dunque, questa rubrica volta all’informazione giuridica ed alla difesa del cittadino con un tema di spiccata attualità e di sconcertante diffusione.
E’ nostra intenzione soffermarci sulla analisi degli strumenti di difesa della vittima, a pochi giorni dal via libera del Senato sul disegno di legge – allo stato modificato e reinviato alla camera – che riguarda il bullismo ed in particolar modo il cyberbullismo.
Tale fenomeno comprende al suo interno varie forme di violenza: dal sexting (la pratica dell’invio o ricezione di immagini ad esplicito sfondo sessuale a mezzo di telefono cellulare o computer), alle vessazioni riguardanti l’aspetto fisico oppure l’orientamento sessuale attuate tramite uso di un mezzo telematico.
Spesso, infatti, per sua natura, il mezzo telematico tende a deresponsabilizzare i soggetti, che hanno minori remore nel compiere atti che, probabilmente, nella vita reale non compirebbero per educazione o condizionamento sociale.
Gli episodi possono essere isolati, spesso, però, si ripetono, sino a sfociare in forme persecutorie (nel 2016 i casi di cyberbullismo sono aumentati dell’8 per cento, secondo i dati dell’Osservatorio Nazionale Adolescenza).
Cosa fare dunque se si è vittime di un vero e proprio stalking informatico?
Lo stalking è il comportamento di chi “con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l’incolumita’ propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero da costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita” (art. 612-bis c.p).
La pena prevista per tale reato è aumentata se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici. Se la vittima è una persona disabile o un minore, le categorie più bisognose di tutela, non è necessaria alcuna querela poiché le indagini vengono avviate d’ufficio al momento della conoscenza da parte dell’Autorità competente.
L’Autorità a cui rivolgersi e preposta al contrasto del crimine informatico in particolare, è la Polizia Postale, con agenti specificatamente formati. La vittima dovrà dunque conservare le prove (siano essi sms, file video, audio, screenshot od immagini) e presentarsi per esporre i fatti o consegnare una querela già preparata, possibilmente con l’ausilio del proprio Avvocato di fiducia.
E’ doveroso precisare che, al momento, NON esiste uno specifico reato di bullismo previsto dal codice penale italiano. Ciò non toglie che determinate azioni possano essere inquadrate in altri profili sanzionatori di rilevanza penale e che, in caso di denuncia, gli autori possano essere perseguibili dalla legge, anche con l’attribuzione di pene molto severe.
Quello che non va sottovalutato a prescindere è il controllo personale del peso delle parole usate sul web e delle informazioni condivise sui propri profili social o attraverso le proprie chat private attraverso servizi di instant messaging. Una volta condiviso un contenuto, se ne perde il controllo e l’esclusività.
Il ripristino della “normalità” dopo che si è subìta una azione propria del cyberbullismo tramite la cancellazione del materiale condiviso, anche dopo la denuncia, può essere molto difficoltoso ed in casi di diffusione capillare su supporti telematici, praticamente impossibile.
Quindi, si dovrebbe prima di tutto usare il buon senso e tentare, nei limiti, di prevenire questi spiacevoli episodi, che, al contrario, ove dovessero verificarsi, vanno denunciati con forza e senza vergogna, per poi essere efficaciemente discussi, condannati e debellati, da un lato per punire i soggetti colpevoli e per far sì che, attraverso tali segnalazioni, la tutela del cittadino si adegui anche alla costante evoluzione tecnologica, ma, soprattutto, per aumentare quella coscienza sociale che dovrebbe portare ad evitare simili reati ed a far comprendere la portata della loro pericolosità ed ingiustizia.>>

Roberto De Felice nominato nella Commissione Ufficiali di Gara della FIA per il quadriennio 2017-20

Roberto De Felice, Ingegnere meccanico di Campobasso, Socio ACI e titolare di licenza sportiva Aci Campobasso, è stato nominato per il quadriennio 2017 – 2020 nella Commissione Ufficiali di Gara della FIA – Federation International de l’Automobile. L’Ing. De Felice rappresenterà l’ACI nella F.I.A. e sarà l’unico italiano tra i 25 componenti della Commissione. A livello nazionale, Roberto de Felice ricopre in ACI Sport il ruolo di Commissario Tecnico Internazionale FIA (in Italia ce ne sono soltanto due) ed è pertanto componente dello Staff che si occupa dei campionati di Formula 1, GP2 e GP3; è componente della Commissione Velocità in Circuito e componente del Gruppo di Lavoro Tecnico, competente a trattare tutte le questioni di carattere tecnico relative alle vetture ed alle loro prestazioni, nonché sulla predisposizione dei regolamenti tecnici dei campionati. Particolare soddisfazione è stata espressa dal Presidente dell’Aci Campobasso – Luigi Di Marzo – con i suoi Consiglieri Luciano Matteo, Demetrio Rivellino e Saverio Ricciardi -anche in qualità di Fiduciario Sportivo – e dal Direttore degli Automobile Club Campobasso e Isernia Giovanni Caturano, i quali hanno anche ricordato l’impegno profuso anche a livello locale dall’Ing De Felice per la crescita e lo sviluppo dello sport in Molise, ricoprendo il ruolo di Verificatore Tecnico dell’Automobile Club Campobasso sin dal 1984.